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Ghali tour

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Per il tour di Ghali, la nuova superstar della scena musicale italiana, il service che ha seguito l'artista ha scelto di utilizzare la console Cadac CDC Seven e i monitor near field Audio Performance KS-2.0

L'intervista di Sound&Lite  -  Andrea Corsellini – Fonico FoH

Artisti nuovi e soliti fonici.Quando sono stato contattato da Antonella Lodi per questo tour, non nascondo di essere partito un po’ prevenuto verso questo genere musicale. Ma un professionista deve essere sempre aggiornato, ed avere una figlia adolescente aiuta, così mi sono messo ad ascoltare con più attenzione i brani di Ghali. Ho anche avuto la fortuna di trovare come direttore musicale Christian Rigano, con cui mi sono sempre trovato benissimo sin dal lavoro con Tiziano Ferro, così è bastata una settimana di prove musicali al Massive con la console per partire ben preparati.

Ovviamente per me è una formazione musicale atipica: sono abituato a lavorare con basso, batteria, chitarre... mentre qui è tutto diverso; di strumenti tradizionali c’è solo il basso di Luca Marchi; poi Leonardo Di Angilla suona un set di percussioni gigantesco, tra acustiche ed elettroniche: ha campionato tutti i suoni del disco di Ghali e li suona coi pad, crea lui molti loop; abbiamo due coriste, su tre o quattro pezzi; Gianluca Ballarin suona le tastiere, mentre DEV, il DJ di Ghali, fa le sue cose sulla console. Il risultato sono le canzoni di Ghali suonate davvero. Infatti c’è uno stacco incredibile tra l’inizio dello show, un po’ in sordina, con i pezzi solo DJ e voce, e il seguito in cui comincia a suonare la band vera. Non ci sono moltissime sequenze, solo effetti che non si riescono a suonare, qualche raddoppio di voce e poco altro. Tutto è in time-code e con il click, ovviamente.

Che scelte hai fatto per la tua regia?Nel mio set-up una bella novità è la console Cadac CDC Seven. Si tratta di una tecnologia che è stata progressivamente migliorata dal costruttore britannico; ancora mancano alcune feature presenti sulle console più utilizzate. Per esempio, non si può fare un multi-out sul canale d’uscita; non è possibile assegnare il L&R a due uscite sul palco e due qui in regia ma, entro fine anno, uscirà il software che includerà tutte queste opzioni che io, Stefano De Maio e altri fonici abbiamo indicato. La cosa davvero buona è che suona in maniera impressionante! Come vedi dagli EQ, tratto le voci quasi solo coi passa-alti: è come avere sotto le mani il Cadac R-Type analogico. 

Tutta la sezione di preamplificazione e conversione è sul palco: i pre, non a caso, sono quelli dell’R-Type remotati: ecco perché suona così bene! I convertitori sono mostruosi, e comunque sono a 96 kHz, quindi standard. Il sistema completo include un router in cui si convoglia tutto, quindi è come il sistema Cantus usato in TV, per intenderci, con un’enorme matrice alla quale è possibile connettere tutte le console che si desiderano. Anche il mapping viene fatto dalla matrice, compresa la commutazione tra diretta e virtual soundcheck. Al contrario di altri sistemi, non si lavora con una rete ad anello ma a stella: il router è un’enorme matrice DirectOut Technologies. Il segnale arriva tramite due cavi coassiali, con un protocollo proprietario, chiamato MegaCOMMS, ovvero un MADI raddoppiato in potenza e velocità. Entra tutto nella matrice e i segnali vengono poi smistati tramite il software.

La console è una superficie di controllo, ma è dotata di DSP; questo vuol dire che se occorresse fare un riavvio, un “warm-start”, il segnale continuerebbe a girare mentre si esegue l’operazione: non si fermerebbe niente, si fermerebbe solo spegnendola fisicamente.

Anche la somma è praticamente infinita, la qualità complessiva è insomma notevole. Di solito mi ritrovavo a fare, ad esempio sul Beta58 della voce, dei buchi classici a 300 Hz, a 1 kHz, per poi tirare su gli alti e recuperare; qui se faccio una cosa del genere sparisce il suono: già col filtro passa-alto siamo al 90%, la pre-amplificazione è pazzesca. Non serve fare niente! Sulle percussioni, come vedi, ho solo passa-alti. I riverberi interni al momento hanno delle limitazioni, perché sono fatti a slot in modo che non si possono mettere, ad esempio, due riverberi o due delay sullo stesso canale, cosa che sarà corretta nella nuova release. Insomma, è una console che ha un suono pazzesco, devono solo recuperare qualcosina a livello di software.

Anche i controlli dinamici interni suonano in maniera paurosa: il compressore ha due tipi di curve, mentre il gate è disegnato sulla convoluzione del Drawmer. Per esempio sulla voce di Ghali uso il gate, che prima non mi ero mai azzardato a mettere. Come outboard ho tenuto qualche effetto che manca, come il de-esser o il pan delay, per il quale uso un SPX2000.

In generale credo che l’operatore si debba sempre adeguare un po’ alla console. Anch’io i primi tempi con DiGiCo o Avid mi sono messo lì a studiare per capire dov’erano tutti i comandi. Per esempio sono abituato agli 8 VCA, qui ne ho 16 ma da un’altra parte: c’è infatti una griglia di quattro fast-touch slider che è possibile decidere come usare e configurare.

Come gestisci la voce?Ghali canta sempre con auto-tune, come richiede questo particolare genere musicale: usa un Beta58 radio, che entra nell’auto-tune TC Helicon e costituisce la mia voce principale. Ho anche un canale con voce pulita che uso quando l’artista parla o è in passerella. L’auto-tune è sempre uno strumento difficile, perché campiona la voce, ma grazie alla console la traccia vocale diventa presentabile, pur senza essere quella del 58. Comunque è la voce dei dischi, quindi va bene così, perché è quella che il pubblico vuole e si aspetta di sentire.

[ Sound & Lite n. 135 Gen/Feb 2019 ]

 

 

 

 

 

 

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